hiv, test, tarallucci e vino, risposta a roberta

per roberta che ha lasciato un commento sotto l'articolo di jacopo fo.

avrei voluto rispondere subito ma non riuscivo più a entrare nel blog, non so perchè. Non sono un grande genio infarmatico.
So che ci sono molte coppie "miste" in cui uno è positivo e l'altro no, so che i test "leggono" la sieropositività con "certezza" dopo tre mesi dal comportamento a rischio, e mi riferisco ai test di ultima generazione.
inoltre, lo stesso inventore della pcr, il test che legge la carica virale, dice che non è un test affidabile, dal momento che a tutt'oggi non esiste prova dell'isolamento di questo retrovirus.
le teorie sono svariate, ma quel che è certo è che viene a crearsi una deficenza immunitaria che porta all'aids, con o senza hiv, e questo è un dato di fatto.
Nel mondo, i valori di riferimento nei test che verificano l'infezione, variano da paese in paese, infatti si può risultare positivi in italia e negativi in australia.

In molte zone dell'Africa, il test non viene eseguito, e si basano su alcuni sintomi, come ad es la diarrea, per diagnosticare l'Aids e tentare di propinare gli antiretrovirali. Ma quello che manca è una considerazione. La fame, la desertificazione, la sete, la mancanza di una autonomia economica e alimentare, l'impossibilità di nutrirsi con alimenti vivi, mancanza totale di igiene, e non mi riferisco al bagnoschiuma e alle saponette. Tutte le scorie e i rifiuti tossici che  vengono spediti e seppelliti là, perchè il primo mondo non sa più dove infilarle.
esistono persone hiv positive con un sistema immunitario ottimo, ed esistono persone negative con bassissime difese.
questa è la realtà dei fatti.
al tuo posto mi documenterei a fondo sull'argomento.
inoltre, ospedale che vai e usanze che trovi.

Ammettiamo che esista questo virus malefico, (ma sappi che non è mai stato inventato un farmaco antivirale) in alcuni ospedali ti "consigliano" di assumere immediatamente la terapia antiretrovirale, per sttroncare sul nascere il virus, in altri ti fanno aspettare fino a che i tuoi valori sono nella norma.
devi sapere che i farmaci sono molto tossici e a lungo andare provocano seri problemi di salute. e non si tratta di bolle e allergie, ma di malattie degenerative, che si guardano bene da elencarti.

tutti i farmaci sono tossici, è risaputo, ma un conto è prenderli ogni tanto per l'influenza, unaltro fatto, è prenderli per tutta la vita, a dosi massicce.

di conseguenza, credo che sia positivo pensare a mantenersi in salute, mantenere alte le difese, condurre una vita sana per quanto sia possibile, piuttosto che avvelenare il proprio organismo arrivando a situazioni dalle quali non si può tornare indietro.
ciao

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AIDS e CANCRO; oltre la verità ufficiale

AIDS E CANCRO

OLTRE LA VERITA’ UFFICIALE Libero Archivio Di Medicina Naturale E AlternativaAssociazione Angela e CiroComitato di Lotta Roccatedalda ORGANIZZANO: giovedì 14 GIUGNO ORE 19,30

Apertura con buffet

ORE 20,30 Serata di informazione sui seguenti temi:  IPOTESI E CURE ALTERNATIVE SU AIDS E CANCRO RIVALUTAZIONE SCIENTIFICA DELL’IPOTESI HIV/AIDS AFFRONTARE IL CANCRO SENZA CHEMIOTERAPIA INTERVERRANNO  Dott. Fabio Franchi dell’ospedale di TRIESTE su AIDSDott. Guido Paoli, responsabile scientifico della Fondazione Valsè Pantellini, su CANCRO e ascorbato di potassio. Seguiranno interventi dal pubblico domande e testimonianze DOVEVia Rocca Tedalda 277, Case Minime di Rovezzano, dietro il blocco delle poste.Bus 14 direzione Bellariva, fermata via RipaIn auto, uscita Firenze sud, percorrere tutto il raccordo e voltare a destra. Al 2° semaforo a sinistra, fino in fondo, ci si trova di fronte al blocco delle poste. In treno. Fermata stazione di Rovezzano   Info:archiviomednatu@inventati.org oppure http://archiviomednatu.splinder.com/ l’iniziativa è completamente autogestita, per questo motivo raccoglieremo contributi per rientrare delle spese, viaggio, pernottamento ecc 

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Archivio on the road

1° maggio 2007 alle case minime di Rovezzano, in via Rocca Tedalda 277L’archivio di medicina naturale arriva in piazza, E’ possibile accedere ad una “sala di lettura itinerante” dove si potranno consultare testi e materiale vario su medicina naturale e posizioni critiche alle teorie ufficiali sull’AIDS.Nasce da una ricerca sulla candida e dalla necessità di contrastare in maniera non invasiva i forti effetti collaterali dei farmaci anti-retrovirali prescritti alle persone hiv positive.Si è aperto un mondo e la raccolta dati è continuata.LIBERTA’ DI CURA è la linea guida.I presupposti per materializzare questo diritto sono fondamentalmente due:la conoscenza dell’esistenza di cure alternative, e l’accesso gratuito alle stesse.Tutti e due si presentano come problemi.Non viene data voce ai rimedi non invasivi, anzi vengono accuratamente censurati.gli affari sono affari.Molte persone si trovano nell’impossibilità di pagare di tasca propria, dato che, il sistema sanitario non sborsa un soldo e tutto è a carico del paziente, quando si tratta di curarsi con omeopatia o altri sistemi, come massaggi, cannabis terapeutica, integratori ecc.Disoccupazione, precariato, pensione minima, quartieri ghetto, sono i presupposti per rimanere al buio, e non vedere nemmeno l’interruttore.Non si conosce l’esistenza del concetto "libertà di cura", e con fede cieca, ci mettiamo nelle mani di chi da sempre controlla la nostra salute, anzi la malattia, e ne detiene il potere, creando un giro d'affari miliardario.Spinti alla sopravivenza e schiavi di un dogma.Per scegliere bisogna essere consapevoli.      1° maggio 2007festa dei lavoratori contro lo sfruttamento e per la liberazione del tempo dal lavoro. ·        Dalle 12 alle 24 pranzo e grigliata in piazza·        A partire dalle 17 musica gratis per tutti con:         Kcroses         Asfalti Periferici         RSU Rockaos Suoni UrbaniE perché no, anche un po’ di “martellone”. sportello di informazione sul tfr“sala di lettura itinerante”Stend informativi, libri, mercatino.Via Rocca Tedalda 277 dietro il blocco delle poste, bus 14 capolinea via ripa, fermata stazione fs di Rovezzano linea FI-ROMA, autostrada Firenze sud, in fondo al raccordo a destra. Organizzano:associazione Angela e Cirocomitato di lotta roccatedalda Continue reading

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Usi medici della cannabis. scheda storica

 

La memoria è un ingranaggio collettivo
La Cannabis indica – pianta probabilmente originaria dell'Asia centro-orientale – è stata usata in medicina per millenni. Era certamente coltivata in Cina nel 4000 a.C., ed è inclusa nella più antica farmacopea conosciuta, il Pen Ts'ao, tradizionalmente attribuita al mitico imperatore Shen Nung (III millennio a.C.). In India, il suo uso nella medicina tradizionale risale al II millennio a.C. In occidente, invece, il suo uso medico è stato sempre alquanto marginale, e ha assunto una certa rilevanza solo nel XIX secolo e nei primi decenni del XX.
Nell'antichità, la Cannabis indica fu considerata utile in numerose e assai diverse malattie. Il Pen Ts'ao la raccomanda per il trattamento di "disordini femminili, gotta, reumatismo, malaria, stipsi e debolezza mentale". Intorno al 220 d.C. il grande chirurgo cinese Hua T'o ne descrive l'uso a scopo analgesico e anestetico nei diversi sofisticati interventi "senza dolore" per cui era famoso. Altri medici cinesi scrivono che la canapa è utile nelle "malattie da deperimento e nelle ferite", nonché per "purificare il sangue, abbassare la temperatura, ridurre i flussi, risolvere i reumatismi, scaricare il pus". In India, la Cannabis è citata nell'Atharvaveda (II millennio a.C.) come "pianta che libera dall'ansia", mentre nel più antico testo medico della tradizione Ayurvedica, basato sulla dottrina di Susruta (II millennio a.C.), è citata semplicemente come "rimedio". In realtà, la Cannabis in India assume un ruolo del tutto particolare: come pianta sacra a Shiva, viene usata in rituali religiosi; come inebriante, è elemento centrale nella cultura popolare; e infine, come farmaco, viene utilizzata in diversi sistemi della medicina tradizionale (Ayurveda, Unani, Tibbi) e lo sarà fino ai nostri giorni. Secondo la "nota" curata da J.M. Campbell, e inclusa nell'Appendice III del famoso Indian Hemp Drugs Commission Report (1893-4), la bhang cura in primo luogo la febbre agendo "non direttamente ovvero fisicamente come un farmaco ordinario, ma indirettamente ovvero spiritualmente calmando gli spiriti rabbiosi a cui la febbre è dovuta"; inoltre ha molte altre virtù medicinali: "raffredda il sangue caldo, provoca il sonno negli ipereccitati, dona bellezza e assicura lunga vita. Cura la dissenteria e i colpi di calore, purifica il flegma, accelera la digestione, stimola l'appetito, corregge la pronuncia nella blesità, rinfresca l'intelletto, dona vivacità al corpo e gaiezza alla mente. (…) la ganja in eccesso provoca ascessi, o anche pazzia".
Per quanto riguarda il Medio Oriente e l'area mediterranea, in cui la Cannabis (specie nel mondo islamico) ha un grande ruolo come inebriante e "droga sociale", si hanno nell'antichità solo rare citazioni di interesse medico. Possiamo ricordare le tavolette mediche assire della biblioteca di Assurbanipal (VII sec. a.C.), che citano la canapa come antidepressivo; il grande Dioscoride (I sec. d.C.), che nella sua Materia Medica, non solo ci offre una delle più antiche raffigurazioni della Cannabis, ma anche ne raccomanda l'uso per mal d'orecchi, edemi, itterizia e altri disturbi; e infine, un secolo dopo, il più famoso medico della Roma imperiale, Galeno, secondo il quale le preparazioni di canapa vengono usate come dessert per "stimolare il piacere", ma possono anche servire contro le flatulenze, il mal d'orecchi e il dolore in genere. Usate in eccesso "colpiscono la testa, immettendovi vapori caldi e intossicanti".
Per tutto il Medio Evo e il Rinascimento, l'uso più importante della Cannabis è per ricavarne le fibre per corde, tessuti e carta. Le gomene, le sartie e le vele delle navi sono ottenute dalla canapa, ed è per questo che la pianta, già estesamente coltivata in Europa, viene immediatamente importata in America, al sud da spagnoli e portoghesi, e al nord da inglesi e francesi. Non mancano anche in questo periodo interessanti notazioni mediche: Garcia da Orta, medico portoghese di servizio presso il vicerè a Goa, in India, nel suo "Colloqui sui semplici e sulle droghe dell'India" del 1563 – forse il più importante documento sulle piante medicinali dopo l'erbario di Dioscoride – cita l'uso di Cannabis come stimolante dell'appetito, oltre che come sonnifero, tranquillante, afrodisiaco e euforizzante. E' certo che il suo libro – almeno fino a che quasi tutte le copie conosciute non furono bruciate dall'Inquisizione quando, dopo la sua morte, si scoprì che da Orta era in realtà ebreo – introdusse l'Europa all'uso medico di questa e altre droghe. Un contributo simile fu dato dall'opera di poco successiva "Sulle droghe e le medicine delle Indie Orientali" (1578) del suo collega Cristobal Acosta. Più tardi, anche Englebert Kampfer, medico-botanico-storico-diplomatico tedesco, ambasciatore del re di Svezia in Persia e poi medico capo della flotta della Compagnia Olandese delle Indie Orientali, descrisse nel suo "Amenitates exoticae" (1712) gli usi di molte piante medicinali, tra cui la canapa, in Persia e in India.
In Europa, Robert Burton nel suo classico "The anatomy of melancholy" (1621) suggerisce la possibile utilità della canapa in quella che oggi chiameremmo "depressione". Nel 1682, il New London Dispensatory afferma che la Cannabis "cura la tosse e l'itterizia ma riempie la testa di vapori". E il New English Dispensatory del 1764 raccomanda di bollire le radici della canapa e di applicare il decotto sulla pelle per ridurre le infiammazioni, nonché per "disseccare i tumori" e per sciogliere i "depositi nelle articolazioni". Nel famoso "Erbario" di Nicolas Culpeper (1812) vengono elencate in dettaglio tutte le applicazioni mediche conosciute della canapa, a partire da quelle suggerite dai classici di Dioscoride, Galeno e Plinio, ma nel Dictionaire des Sciences Médicales (Paris, 1813) si afferma che l'unica parte della pianta usata a fini medici in Europa sono i semi, ritenuti utili nella cura delle malattie veneree.
E possiamo concludere questa prima parte dedicata alla storia medica antica con una nota tassonomica, e cioè ricordando che nel 1753 Linneo battezzò la canapa Cannabis sativa, considerando l'esistenza di un'unica specie, mentre nel 1783 Lamarck ritenne, sulla base di significative differenze morfologiche, di dover distinguere il genere Cannabis in due specie distinte: la C. sativa, nativa dell'Europa, e la C. indica, propria dell'oriente.
L'importanza della Cannabis, sempre relativamente marginale nella medicina occidentale, fu decisamente accresciuta a seguito della campagna d'Egitto di Napoleone (1798), dopo la quale l'hashisch – inteso essenzialmente come sostanza inebriante ed euforizzante – divenne noto in Francia, anche se soprattutto in circoli intellettuali come il famoso Club des Hachischins, a cui parteciparono personaggi come lo psichiatra Moreau de Tours e artisti come Gautier, Dumas, Nerval, Hugo, Delacroix e Baudelaire. In effetti è dalla tradizione orientale, e soprattutto indiana, che la medicina europea e americana trarranno intorno al 1840 le loro conoscenze. Probabilmente, i testi che ebbero maggior influenza in occidente furono "On the preparations of the Indian Hemp, or Gunjah" di William B. O'Shaughnessy, medico inglese in servizio in India e "De la peste ou typhus d'orient suivi d'un essai sur le hachisch" di L. Aubert-Roche, oltre al "Du hachisch" già citato di J.J. Moreau de Tours, pubblicato nel 1845. Solo a partire da questo periodo si può dire che l'uso medico della Cannabis conobbe una certa diffusione anche in occidente: estratti e tinture a base di Cannabis rimarranno sugli scaffali delle farmacie – in Italia e in Europa come negli USA – sino alla seconda guerra mondiale e oltre.
Se Aubert-Roche riferisce sull'utilizzo dell'hachisch contro la peste, e Moreau de Tours lo considera sia uno strumento di indagine della mente, sia un farmaco efficace in varie malattie mentali (melancolia, inclusa la forma ossessiva di "idée fixe", ipomania, e malattie mentali croniche in genere), O'Shaughnessy attinge alla vastissima tradizione medica indiana e presenta il più ricco repertorio. Dopo un ampio excursus sulla letteratura medica, inclusa quella antica, O'Shaughnessy riferisce dettagliatamente sull'uso di Cannabis nelle seguenti condizioni: reumatismo acuto e cronico, idrofobia, colera, tetano e convulsioni infantili. Dopo un cenno al "delirio" causato dall'intossicazione cronica, riporta i metodi da lui impiegati per preparare l'estratto e la tintura di "gunjah", e i dosaggi consigliati nei diversi casi.
Fra il 1840 e il 1900, secondo Walton, furono pubblicati più di 100 articoli sugli usi medici della Cannabis.
Nel 1854 la Cannabis viene inclusa per la prima volta fra i farmaci dello U.S. Dispensatory, con le seguenti proprietà: "potente narcotico (…) Si dice che agisca anche come deciso afrodisiaco, che stimoli l'appetito e che occasionalmente induca uno stato di catalessi. (…) produce il sonno, allevia gli spasmi, calma l'irrequietezza nervosa, allevia il dolore. (…) [come analgesico] differisce dall'oppio perché non diminuisce l'appetito, non riduce le secrezioni e non provoca stitichezza. I disturbi per i quali è stata specialmente raccomandata sono le nevralgie, la gotta, il tetano, l'idrofobia, il colera epidemico, le convulsioni, la corea, l'isteria, la depressione mentale, la pazzia, e le emorragie uterine". Nel 1860, la Cannabis è già così considerata da determinare la nomina di un "Comitato sulla Cannabis indica" da parte dell'Associazione medica dell'Ohio. Nel rapporto pubblicato da tale comitato (a cura di R.R. M'Meens) , si riconosce l'utilità della canapa per trattare tetano, nevralgie, emorragie post-partum, dolore del parto, dismenorrea, convulsioni, dolori reumatici, asma, psicosi post-partum, tosse cronica, gonorrea, bronchite cronica, dolori gastrici, e altro. Inoltre essa è utile come sonnifero e come farmaco capace di stimolare l'appetito. H.C.J. Wood riporta che la Cannabis indica è "usata soprattutto per il sollievo dal dolore; (…) per calmare stati di irrequietezza e malessere generale; per alleviare le sofferenze in malattie incurabili, come la tisi all'ultimo stadio; e infine come blando sonnifero". Secondo H.A. Hare, sarebbe soprattutto utile come analgesico, paragonabile per efficacia all'oppio, e in particolare nell'emicrania, anche in casi altrimenti intrattabili, in cui agisce anche come profilattico; nelle nevralgie; nella tosse irritativa; nonché come tranquillante-analgesico nei malati di tisi. Inoltre, sarebbe anche un efficace anestetico locale, particolarmente in odontoiatria. Anche il Lancet del 3 dicembre 1887 raccomanda l'uso di canapa indiana "notte e giorno, e continuato per un certo tempo" come "il miglior rimedio disponibile nel trattamento della cefalea persiistente", e ancora, più di vent'anni dopo, persino William Osler, uno dei padri della medicina moderna, ritiene la Cannabis "probabilmente il rimedio più soddisfacente" per l'emicrania. Invece J. Brown scrive sul British Medical Journal che la Cannabis indica "dovrebbe avere il primo posto nel trattamento della menorragia". Secondo Walton, in questo periodo molti medici sono "particolarmente entusiasti riguardo al valore della Cannabis nella dismenorrea e nella menorragia". E possiamo chiudere questa breve rassegna citando un lavoro di J.R. Reynolds, che nel 1890 riassume 30 anni di esperienza con la Cannabis, e la ritiene "incomparabile" per efficacia nell'insonnia senile; utile come analgesico nelle nevralgie, inclusa quella del trigemino (tic douloureux), nella tabe, nell'emicrania e nella dismenorrea (ma non nella sciatica, nella lombaggine e in genere nell'artrite, come nella gotta e nei "dolori isterici"); molto efficace negli spasmi muscolari di natura sia epilettoide che coreica (ma non nella vera epilessia); e invece di incerto valore nell'asma, nella depressione e nel delirio alcolico .
In Italia erano previsti dalla Farmacopea Ufficiale (F.U.) sia l'estratto che la tintura di Cannabis indica. Le indicazioni erano alquanto varie: per esempio, secondo il prof. P.E. Alessandri   la Canapa indiana "usasi nel tetano, nelle nevralgie, isterismo, emicrania, reumatismo, corea, asma, e in molte altre malattie non escluso il cholera, dando però quasi sempre resultati contraddittori". Pietro Mascherpa   afferma che essenzialmente si tratta di "un medicamento cerebrale e precisamente un analgesico analogo all'oppio e alla morfina", che può avere più o meno gli stessi usi di questi. Mascherpa riconosce però che la farmacologia della Cannabis è "poco conosciuta", e il suo uso per varie ragioni "piuttosto limitato". Egli riporta anche i dosaggi massimi per l'estratto di canapa indiana F.U.: 0,05 g per dose e 0,15 g per giorno.
A partire dal 1937, l'anno della proibizione americana, diventano assai rari i lavori che prendono in considerazione l'uso medico della Cannabis, ed è solo con la fine degli anni '70 che un timido interesse si risveglia, e che fra mille difficoltà – legate alla classificazione della Cannabis come sostanza "priva di valore terapeutico" – cominceranno a riapparire studi scientifici sulla Cannabis e i cannabinoidi  
    

La Cannabis indica – pianta probabilmente originaria dell'Asia centro-orientale – è stata usata in medicina per millenni. Era certamente coltivata in Cina nel 4000 a.C., ed è inclusa nella più antica farmacopea conosciuta, il Pen Ts'ao, tradizionalmente attribuita al mitico imperatore Shen Nung (III millennio a.C.). In India, il suo uso nella medicina tradizionale risale al II millennio a.C. In occidente, invece, il suo uso medico è stato sempre alquanto marginale, e ha assunto una certa rilevanza solo nel XIX secolo e nei primi decenni del XX.
Nell'antichità, la Cannabis indica fu considerata utile in numerose e assai diverse malattie. Il Pen Ts'ao la raccomanda per il trattamento di "disordini femminili, gotta, reumatismo, malaria, stipsi e debolezza mentale". Intorno al 220 d.C. il grande chirurgo cinese Hua T'o ne descrive l'uso a scopo analgesico e anestetico nei diversi sofisticati interventi "senza dolore" per cui era famoso. Altri medici cinesi scrivono che la canapa è utile nelle "malattie da deperimento e nelle ferite", nonché per "purificare il sangue, abbassare la temperatura, ridurre i flussi, risolvere i reumatismi, scaricare il pus". In India, la Cannabis è citata nell'Atharvaveda (II millennio a.C.) come "pianta che libera dall'ansia", mentre nel più antico testo medico della tradizione Ayurvedica, basato sulla dottrina di Susruta (II millennio a.C.), è citata semplicemente come "rimedio". In realtà, la Cannabis in India assume un ruolo del tutto particolare: come pianta sacra a Shiva, viene usata in rituali religiosi; come inebriante, è elemento centrale nella cultura popolare; e infine, come farmaco, viene utilizzata in diversi sistemi della medicina tradizionale (Ayurveda, Unani, Tibbi) e lo sarà fino ai nostri giorni. Secondo la "nota" curata da J.M. Campbell, e inclusa nell'Appendice III del famoso Indian Hemp Drugs Commission Report (1893-4), la bhang cura in primo luogo la febbre agendo "non direttamente ovvero fisicamente come un farmaco ordinario, ma indirettamente ovvero spiritualmente calmando gli spiriti rabbiosi a cui la febbre è dovuta"; inoltre ha molte altre virtù medicinali: "raffredda il sangue caldo, provoca il sonno negli ipereccitati, dona bellezza e assicura lunga vita. Cura la dissenteria e i colpi di calore, purifica il flegma, accelera la digestione, stimola l'appetito, corregge la pronuncia nella blesità, rinfresca l'intelletto, dona vivacità al corpo e gaiezza alla mente. (…) la ganja in eccesso provoca ascessi, o anche pazzia".
Per quanto riguarda il Medio Oriente e l'area mediterranea, in cui la Cannabis (specie nel mondo islamico) ha un grande ruolo come inebriante e "droga sociale", si hanno nell'antichità solo rare citazioni di interesse medico. Possiamo ricordare le tavolette mediche assire della biblioteca di Assurbanipal (VII sec. a.C.), che citano la canapa come antidepressivo; il grande Dioscoride (I sec. d.C.), che nella sua Materia Medica, non solo ci offre una delle più antiche raffigurazioni della Cannabis, ma anche ne raccomanda l'uso per mal d'orecchi, edemi, itterizia e altri disturbi; e infine, un secolo dopo, il più famoso medico della Roma imperiale, Galeno, secondo il quale le preparazioni di canapa vengono usate come dessert per "stimolare il piacere", ma possono anche servire contro le flatulenze, il mal d'orecchi e il dolore in genere. Usate in eccesso "colpiscono la testa, immettendovi vapori caldi e intossicanti".
Per tutto il Medio Evo e il Rinascimento, l'uso più importante della Cannabis è per ricavarne le fibre per corde, tessuti e carta. Le gomene, le sartie e le vele delle navi sono ottenute dalla canapa, ed è per questo che la pianta, già estesamente coltivata in Europa, viene immediatamente importata in America, al sud da spagnoli e portoghesi, e al nord da inglesi e francesi. Non mancano anche in questo periodo interessanti notazioni mediche: Garcia da Orta, medico portoghese di servizio presso il vicerè a Goa, in India, nel suo "Colloqui sui semplici e sulle droghe dell'India" del 1563 – forse il più importante documento sulle piante medicinali dopo l'erbario di Dioscoride – cita l'uso di Cannabis come stimolante dell'appetito, oltre che come sonnifero, tranquillante, afrodisiaco e euforizzante. E' certo che il suo libro – almeno fino a che quasi tutte le copie conosciute non furono bruciate dall'Inquisizione quando, dopo la sua morte, si scoprì che da Orta era in realtà ebreo – introdusse l'Europa all'uso medico di questa e altre droghe. Un contributo simile fu dato dall'opera di poco successiva "Sulle droghe e le medicine delle Indie Orientali" (1578) del suo collega Cristobal Acosta. Più tardi, anche Englebert Kampfer, medico-botanico-storico-diplomatico tedesco, ambasciatore del re di Svezia in Persia e poi medico capo della flotta della Compagnia Olandese delle Indie Orientali, descrisse nel suo "Amenitates exoticae" (1712) gli usi di molte piante medicinali, tra cui la canapa, in Persia e in India.
In Europa, Robert Burton nel suo classico "The anatomy of melancholy" (1621) suggerisce la possibile utilità della canapa in quella che oggi chiameremmo "depressione". Nel 1682, il New London Dispensatory afferma che la Cannabis "cura la tosse e l'itterizia ma riempie la testa di vapori". E il New English Dispensatory del 1764 raccomanda di bollire le radici della canapa e di applicare il decotto sulla pelle per ridurre le infiammazioni, nonché per "disseccare i tumori" e per sciogliere i "depositi nelle articolazioni". Nel famoso "Erbario" di Nicolas Culpeper (1812) vengono elencate in dettaglio tutte le applicazioni mediche conosciute della canapa, a partire da quelle suggerite dai classici di Dioscoride, Galeno e Plinio, ma nel Dictionaire des Sciences Médicales (Paris, 1813) si afferma che l'unica parte della pianta usata a fini medici in Europa sono i semi, ritenuti utili nella cura delle malattie veneree.
E possiamo concludere questa prima parte dedicata alla storia medica antica con una nota tassonomica, e cioè ricordando che nel 1753 Linneo battezzò la canapa Cannabis sativa, considerando l'esistenza di un'unica specie, mentre nel 1783 Lamarck ritenne, sulla base di significative differenze morfologiche, di dover distinguere il genere Cannabis in due specie distinte: la C. sativa, nativa dell'Europa, e la C. indica, propria dell'oriente.
L'importanza della Cannabis, sempre relativamente marginale nella medicina occidentale, fu decisamente accresciuta a seguito della campagna d'Egitto di Napoleone (1798), dopo la quale l'hashisch – inteso essenzialmente come sostanza inebriante ed euforizzante – divenne noto in Francia, anche se soprattutto in circoli intellettuali come il famoso Club des Hachischins, a cui parteciparono personaggi come lo psichiatra Moreau de Tours e artisti come Gautier, Dumas, Nerval, Hugo, Delacroix e Baudelaire. In effetti è dalla tradizione orientale, e soprattutto indiana, che la medicina europea e americana trarranno intorno al 1840 le loro conoscenze. Probabilmente, i testi che ebbero maggior influenza in occidente furono "On the preparations of the Indian Hemp, or Gunjah" di William B. O'Shaughnessy, medico inglese in servizio in India e "De la peste ou typhus d'orient suivi d'un essai sur le hachisch" di L. Aubert-Roche, oltre al "Du hachisch" già citato di J.J. Moreau de Tours, pubblicato nel 1845. Solo a partire da questo periodo si può dire che l'uso medico della Cannabis conobbe una certa diffusione anche in occidente: estratti e tinture a base di Cannabis rimarranno sugli scaffali delle farmacie – in Italia e in Europa come negli USA – sino alla seconda guerra mondiale e oltre.
Se Aubert-Roche riferisce sull'utilizzo dell'hachisch contro la peste, e Moreau de Tours lo considera sia uno strumento di indagine della mente, sia un farmaco efficace in varie malattie mentali (melancolia, inclusa la forma ossessiva di "idée fixe", ipomania, e malattie mentali croniche in genere), O'Shaughnessy attinge alla vastissima tradizione medica indiana e presenta il più ricco repertorio. Dopo un ampio excursus sulla letteratura medica, inclusa quella antica, O'Shaughnessy riferisce dettagliatamente sull'uso di Cannabis nelle seguenti condizioni: reumatismo acuto e cronico, idrofobia, colera, tetano e convulsioni infantili. Dopo un cenno al "delirio" causato dall'intossicazione cronica, riporta i metodi da lui impiegati per preparare l'estratto e la tintura di "gunjah", e i dosaggi consigliati nei diversi casi.
Fra il 1840 e il 1900, secondo Walton, furono pubblicati più di 100 articoli sugli usi medici della Cannabis.
Nel 1854 la Cannabis viene inclusa per la prima volta fra i farmaci dello U.S. Dispensatory, con le seguenti proprietà: "potente narcotico (…) Si dice che agisca anche come deciso afrodisiaco, che stimoli l'appetito e che occasionalmente induca uno stato di catalessi. (…) produce il sonno, allevia gli spasmi, calma l'irrequietezza nervosa, allevia il dolore. (…) [come analgesico] differisce dall'oppio perché non diminuisce l'appetito, non riduce le secrezioni e non provoca stitichezza. I disturbi per i quali è stata specialmente raccomandata sono le nevralgie, la gotta, il tetano, l'idrofobia, il colera epidemico, le convulsioni, la corea, l'isteria, la depressione mentale, la pazzia, e le emorragie uterine". Nel 1860, la Cannabis è già così considerata da determinare la nomina di un "Comitato sulla Cannabis indica" da parte dell'Associazione medica dell'Ohio. Nel rapporto pubblicato da tale comitato (a cura di R.R. M'Meens) , si riconosce l'utilità della canapa per trattare tetano, nevralgie, emorragie post-partum, dolore del parto, dismenorrea, convulsioni, dolori reumatici, asma, psicosi post-partum, tosse cronica, gonorrea, bronchite cronica, dolori gastrici, e altro. Inoltre essa è utile come sonnifero e come farmaco capace di stimolare l'appetito. H.C.J. Wood riporta che la Cannabis indica è "usata soprattutto per il sollievo dal dolore; (…) per calmare stati di irrequietezza e malessere generale; per alleviare le sofferenze in malattie incurabili, come la tisi all'ultimo stadio; e infine come blando sonnifero". Secondo H.A. Hare, sarebbe soprattutto utile come analgesico, paragonabile per efficacia all'oppio, e in particolare nell'emicrania, anche in casi altrimenti intrattabili, in cui agisce anche come profilattico; nelle nevralgie; nella tosse irritativa; nonché come tranquillante-analgesico nei malati di tisi. Inoltre, sarebbe anche un efficace anestetico locale, particolarmente in odontoiatria. Anche il Lancet del 3 dicembre 1887 raccomanda l'uso di canapa indiana "notte e giorno, e continuato per un certo tempo" come "il miglior rimedio disponibile nel trattamento della cefalea persiistente", e ancora, più di vent'anni dopo, persino William Osler, uno dei padri della medicina moderna, ritiene la Cannabis "probabilmente il rimedio più soddisfacente" per l'emicrania. Invece J. Brown scrive sul British Medical Journal che la Cannabis indica "dovrebbe avere il primo posto nel trattamento della menorragia". Secondo Walton, in questo periodo molti medici sono "particolarmente entusiasti riguardo al valore della Cannabis nella dismenorrea e nella menorragia". E possiamo chiudere questa breve rassegna citando un lavoro di J.R. Reynolds, che nel 1890 riassume 30 anni di esperienza con la Cannabis, e la ritiene "incomparabile" per efficacia nell'insonnia senile; utile come analgesico nelle nevralgie, inclusa quella del trigemino (tic douloureux), nella tabe, nell'emicrania e nella dismenorrea (ma non nella sciatica, nella lombaggine e in genere nell'artrite, come nella gotta e nei "dolori isterici"); molto efficace negli spasmi muscolari di natura sia epilettoide che coreica (ma non nella vera epilessia); e invece di incerto valore nell'asma, nella depressione e nel delirio alcolico .
In Italia erano previsti dalla Farmacopea Ufficiale (F.U.) sia l'estratto che la tintura di Cannabis indica. Le indicazioni erano alquanto varie: per esempio, secondo il prof. P.E. Alessandri   la Canapa indiana "usasi nel tetano, nelle nevralgie, isterismo, emicrania, reumatismo, corea, asma, e in molte altre malattie non escluso il cholera, dando però quasi sempre resultati contraddittori". Pietro Mascherpa   afferma che essenzialmente si tratta di "un medicamento cerebrale e precisamente un analgesico analogo all'oppio e alla morfina", che può avere più o meno gli stessi usi di questi. Mascherpa riconosce però che la farmacologia della Cannabis è "poco conosciuta", e il suo uso per varie ragioni "piuttosto limitato". Egli riporta anche i dosaggi massimi per l'estratto di canapa indiana F.U.: 0,05 g per dose e 0,15 g per giorno.
A partire dal 1937, l'anno della proibizione americana, diventano assai rari i lavori che prendono in considerazione l'uso medico della Cannabis, ed è solo con la fine degli anni '70 che un timido interesse si risveglia, e che fra mille difficoltà – legate alla classificazione della Cannabis come sostanza "priva di valore terapeutico" – cominceranno a riapparire studi scientifici sulla Cannabis e i cannabinoidi  
    

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cannabis terapeutica, curarsi è uno sballo

 POTENZIALI CAMPI DI IMPIEGO TERAPEUTICO DEI DERIVATI DELLA CANNABIS  A – Patologie per le quali esistono evidenze    incontrovertibili (evidenze di tipo A): A1) Trattamento della nausea in chemioterapiaA2) Stimolazione dell'appetito nei pazienti con sindrome da    deperimento AIDS-correlata  B – Patologie per le quali esistono promettenti evidenze    preliminari tali da giustificare sperimentazioni    cliniche controllate nell'uomo: B1) Sclerosi multiplaB2) Terapia del doloreB3) Effetti neuroprotettivi e antiossidanti (ictus e traumi    cranici)B4) Sindrome di Gilles de la TouretteB5) GlioblastomiB6) Artrite reumatoideB7) GlaucomaB8) Epilessia  C – Patologie in cui esistono evidenze meritevoli di    ulteriori approfondimenti: C1) Terapia dei tumoriC2) Lesioni midollari (tetraplegia, paraplegia)C3) Malattie neurodegenerative (distonie, Parkinson,    Huntington, Alzheimer)C4) Asma bronchialeC5) Malattie autoimmuni e patologie infiammatorie croniche    (lupus eritematoso, morbo di Crohn, colite ulcerosa,…)C6) Sindromi ansioso-depressive e altre sindromi    psichiatricheC7) Patologie cardiovascolariC8) Sindromi da astinenza nelle dipendenze da sostanzeC9) Prurito intrattabile segue scheda storica            Continue reading

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cannabis terapeutica, curarsi è uno sballo

Bollettino IACM del 31 Luglio 2006

Scienza: Il THC riduce il dolore da fibromialgia in uno studio pilota

L’effetto del THC orale è stato investigato in nove pazienti con fibromialgia in uno studio al Dipartimento di Anestesiologia e Cure Intensive dell’Ospedale Universitario di Mannheim. La fibromialgia è una sindrome di dolore cronico di origine ignota. Nei 4 partecipanti che hanno completato lo studio di tre mesi il dolore è stato ridotto in media del 67 percento. Tutti e quattro hanno avuto una riduzione del dolore di oltre il 50 percento.Ogni medicazione per il dolore era stata sospesa 3 settimane prima dello studio. Nello studio, i pazienti hanno ricevuto una dose giornaliera orale di 2.5–15 mg di THC. Cominciando con 2.5 mg, la dose è stata aumentata settimanalmente di 2.5 mg di THC, finché non venivano riferiti effetti collaterali severi. Una volta alla settimana, 24 ore dopo l’ultima dose di THC e un giorno prima dell’aumento di dosaggio, il dolore veniva indotto elettricamente. Inoltre, l’intensità del dolore era registrata per mezzo di una scala numerica con gli estremi 0 (nessun dolore) e 10 (massimo dolore immaginabile).5 su 9 partecipanti terminarono lo studio prima di raggiungere la dose massima di 15 mg a causa di effetti collaterali severi, soprattutto sedazione, vertigini, debolezza o stanchezza continua. Il dolore indotto sperimentalmente era significativamente ridotto dal THC a dosi di 10 e 15 mg. L’intensità del dolore registrata giornalmente si ridusse da una media di 8.1 all’inizio a 2.8 dopo 3 mesi.(Fonte: Schley M, Legler A, Skopp G, Schmelz M, Konrad C, Rukwied R. Delta-9-THC based monotherapy in fibromyalgia patients on experimentally induced pain, axon reflex flare, and pain relief. Curr Med Res Opin 2006;22(7):1269-1276 [pubblicazione elettronica anticipata rispetto alla stampa])

Scienza: Il cannabidiolo inibisce la crescita tumorale nella leucemia e nel cancro mammario in studi su animali

Ricercatori italiani hanno investigato gli effetti antitumorali di 5 cannabinoidi naturali della Cannabis (cannabidiolo, cannabigerolo, cannabicromene, cannabidiolo-acido e THC-acido) nel cancro della mammella. Il cannabidiolo (CBD) è stato il più potente cannabinoide nell’inibire la crescita di cellule di cancro mammario umano iniettate sottocute a topi. Il CBD anche ha ridotto le metastasi al polmone derivanti da cellule tumorali umane iniettate nelle zampe dell’animale.
I ricercatori hanno trovato che gli effetti antitumorali del CBD erano causati dall’induzione di apoptosi (morte cellulare programmata). Essi concludono che i loro data"supportano ulteriori esperimenti con cannabidiolo e estratti ricchi di cannabidiolo per il potenziale trattamento del cancro."
Queste osservazioni sono supportate dalle ricerche di scienziati americani che hanno scoperto che l’esposizione di cellule leucemiche al CBD portava a una riduzione della vitalità delle cellule e all’induzione di apoptosi. In animals vivi, il CBD causava una riduzione nel numero delle cellule leucemiche. Gli scienziati osservano che il CBD "può essere un trattamento nuovo e altamente selettivo per la leucemia."(Fonti: Ligresti A, Schiano Moriello A, Starowicz K, Matias I, Pisanti S, De Petrocellis L, Laezza C, Portella G, Bifulco M, Di Marzo V. Anti-tumor activity of plant cannabinoids with emphasis on the effect of cannabidiol on human breast carcinoma. J Pharmacol Exp Ther. 2006 May 25; [pubblicazione elettronica anticipata rispetto alla stampa];
McKallip RJ, Jia W, Schlomer J, Warren JW, Nagarkatti PS, Nagarkatti M. Cannabidiol-induced apoptosis in human leukemia cells: A novel role of cannabidiol in the regulation of p22phox and Nox4 expression.
Mol Pharmacol. 2006 Jun 5; [pubblicazione elettronica anticipata rispetto alla stampa])Notizie in breveUSA: Sud Dakota
I cittadini del Sud Dakota decideranno in Novembre 2006 se i malati gravi possono avere il permesso di usare cannabis a scopo medico nello stato. La misura da decidere permetterà a pazienti qualificati di possedere fino a 6 piante e/o un’oncia (28.5 grammi) di cannabis. Pazienti qualificati devono avere la raccomandazione di un medico per usare cannabis e devono registrarsi con il Ministero della Salute statale. Finora, undici stati (Alaska, California, Colorado, Hawaii, Maine, Montana, Nevada, Oregon, Rhode Island, Vermont, and Washington) hanno approvato leggi simili. (Fonte: NORML dell’8 giugno 2006)
Gran Bretagna: Dronabinol
Capsule di dronabinol da 2.5 mg, 5 mg e 10 mg sono ora rese disponibili in UK dalla Specials Laboratory Newcastle. In una joint venture fra la STI Pharmaceuticals Ltd e la THC Pharm Frankfurt, la manifattura di varie preparazioni di cannabinoidi è stata trasferita alla Specials Laboratory per ridurre le difficoltà di approvvigionamento dei clinici e ricercatori inglesi che vogliono studiare i cannabinoidi. I ricercatori e i medici interessati devono contattare Fiona Cruickshank (
FionaC@specialslab.co.uk ). (Fonte: Comunicazione personale di Andrew Davies della STI Pharmaceuticals)     USA: Camera dei Rappresentanti
Nei prossimi mesi, la Camera dei Rappresentanti voterà un emendamento che impedirà gli attacchi del governo federale ai malati negli stati che hanno adottato leggi sulla cannabis medica. L’emendamento Hinchey-Rohrabacher sulla marijuana medica del 2005 diceva: "Nessuno dei fondi forniti da questa legge al Dipartimento della Giustizia può essere usato per impedire agli stati di Alaska, California, Colorado, Hawaii, Maine, Montana, Nevada, Oregon, Vermont, o Washington di implementare leggi statali che autorizzano l’uso medico di marijuana in tali stati." Ci si aspetta che il testo dell’emendamento sarà lo stesso nel 2006, con l’aggiunta del Rhode Island. (Fonte: Marijuana Policy Project)                                                                               
Scienza: Psicosi
In uno studio australiano i motivi per l’uso di cannabis da parte di malati psicotici sono stati investigati copn interviste a 49 persone con disturbi psicotici. È stato trovato che la noia, motivi sociali, il miglioramento di sonno, ansia, agitazione, e sintomi negativi associati con disturbi psicotici o depressione erano i più importanti motivi per l’uso di cannabis, mentre i sintomi positivi non avevano nessuna influenza. I sintomi delle psicosi possono essere classificati come positivi (per esempio illusioni, allucinazioni e grandiosità) o negativi (per esempio assenza di emozioni, ritiro emozionale o sociale).
(Fonte: Schofield D, et al. Aust N Z J Psychiatry 2006;40(6):570-4)

Scienza: Cannabinoidi solubili in acqua
Gli scienziati della Virginia Commonwealth University negli USA hanno sintetizzato nuovi cannabinoidi idrosolubili che quindi possono essere iniettati. (Fonte: Martin BR, et al. J Pharmacol Exp Ther. 2006 Jun 6; [pubblicazione elettronica anticipata rispetto alla stampa])

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mamma santissima e fibromialgia

Questo archivio che poi è diventato un blog è organizzato da persone che hanno qualche dubbio quando si tratta mettersi ciecamente nelle mani di “MAMMA SANTISSIMA”, LA MEDICINA..

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Vita sessuale delle donne: malattie e rimedi naturali

CAMBIAMENTI NELLA VITA SESSUALE DELLE DONNE. 

In questa guida descriviamo le infezioni che più comunemente si presentano in molte donne. Ci dicono che i primi problemi correlati all'infezione da hiv si manifestino a livello genitale, ma credo che questi problemi riguardino tutte positive o negative all'hiv .  

Non tutte le donne sieropositive sviluppano questi sintomi e non tutte le donne che sviluppano questi sintomi sono sieropositive.
L'importante è mantenere un buon rapporto con noi stesse e il nostro corpo.


Descriviamo qui le cure convenzionali per alcune infezioni e diamo informazioni sulle cure naturali che alcune donne hanno trovato di grande utilità. Siccome la maggior parte dei sintomi che descriviamo colpisce la zona genitale, abbiamo incluso informazioni sulle implicazioni che questi disturbi e il loro trattamento esercitano sulle pratiche sessuali.
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SOMMARIO problemi:


Problemi mestruali
Candidosi
MIP
Verruche Genitali

PROBLEMI MESTRUALI
Spesso alle donne sieropositive spariscono le mestruazioni, diventano irregolari, più intense, più lunghe o più dolorose. I medici non trovano un accordo per dire se questo ha a che vedere con l'HIV, però molte donne sentono questi cambiamenti che sono reali. Anche la sindrome pre-mestruale può peggiorare (gonfiore e dolore del seno, stanchezza, mal di testa e cambiamenti di umore come ansietà, tensione e depressione). Sono anche usuali gli episodi di candida o herpes nei giorni vicini alle mestruazioni, in più, l'ansietà, lo stress, la depressione, l'anemia da sideropenia (carenza di ferro nel sangue), la perdita di peso, alcuni farmaci e il consumo di droghe, possono intensificare i problemi mestruali. Devi consultare il tuo medico o ginecologo se improvvisamente cominci ad avere le mestruazioni più lunghe e dolorose, perché è possibile che tu abbia un problema che richiede attenzione medica, come un'infiammazione pelvica o una trombocitopenia (carenza di piastrine, le cellule che collaborano alla coagulazione del sangue). Se non hai le mestruazioni da 3 mesi, può essere che il tuo peso sia troppo basso, che sei incinta, che ci sia uno squilibrio ormonale o che si stia verificando una menopausa precoce.

ATTENZIONE; LA MENOPAUSA PUò ESSERE PROVOCATA ANCHE DAI FARMACI ANTIRETROVIRALI, COME AD ES IL KIVEXA che provoca gravi squilibri ormonali. esami del bilancio ormonale alla mano. Dopo un anno e mezzo di terapia haart con kivexa risulta la menopausa, una volta sospesi i farmaci, dopo due mesi tutto ritorna alla normalità

 TERAPIE CONVENZIONALI (indagini)
Le mestruazioni molto abbondanti o troppo frequenti potrebbero essere causate da un abbassamento delle piastrine, conviene quindi rivolgersi al proprio medico per fare degli esami. Se avete perdite di sangue dopo i rapporti o tra un ciclo e l'altro, fate una visita ginecologica di controllo e un pap-test. Tra le varie possibilità il trattamento potrebbe includere integratori di ferro, terapie ormonali e analgesici. Farmaci ed rffetti collaterali                                                                                                  Per le piastrinopenie viene prescritto il cortisone. oltre ad essere un immunosoppressore, una volta finito il ciclo si torna punto e a capo. Non risolve il problema, lo seda. di conseguenza viene riprtuto il ciclo di terapia. gli effetti collaterali del cortisone a lungo termine sono devastanti. provocano una decalcificazione ossea e; osteoporosi, e necrosi delle teste femorali, distruzione dei vasi capillari che apportano nutrimento alle ossa. è il caso di dire che si entra in un ginepraio.                                                                                                                              In alternativa, la melatonina coniugata, può essere una cura risolutiva, e per quanto se ne sa, non arreca danni all'organismo. E' anche un ottimo regolatore del sonno.  Può sostituire sonniferi vari.


TERAPIE NATURALI 
In genere, prova a riposarti molto e a fare ginnastica con regolarità.
Per la sindrome pre-mestruale:
– Prova a ridurre il consumo di zucchero, sale e caffè, perché può essere in relazione con la sindrome pre-mestruale
– Mangia con regolarità: i mal di testa e i cambi d'umore possono essere causati dalla scarsa o cattiva alimentazione. – L'
olio di primula applicato di notte sui seni può alleviare i dolori e migliorare l'eczema. Contiene acidi grassi essenziali che agiscono sugli ormoni e può prescrivertelo il medico di famiglia o lo puoi comperare in farmacia senza ricetta. Altri prodotti che sono stati raccomandati per alleviare la sindrome pre-mestruale sono il magnesio, lo zinco e i complessi di vitamina B.


Per il dolore pelvico o mestruazioni dolorose:
– A volte il dolore può essere associato a una cattiva postura. Distenditi sulla schiena e porta le gambe al petto
– Se possibile fai esercizi che rafforzino la muscolatura addominale.
– Fai il possibile per migliorare la stitichezza e la diarrea, perchè possono contribuire all'aumento del dolore pelvico.
– L'agopuntura può risultare di grande aiuto.                                                                        
Per mestruazioni abbondanti:
E' importante mangiare alimenti ricchi di ferro come il fegato, le albicocche, lenticchie e uova (devi cuocerle bene per evitare di contrarre salmonellosi).
Sesso e mestruazioni:
– Alcune donne si preoccupano per la possibilità di avere rapporti sessuali durante le mestruazioni e ancor più per la possibilità di trasmettere l'HIV in quei giorni. Se ti senti imbarazzata durante il rapporto sessuale quando hai le mestruazioni puoi usare un diaframma per contenere il sangue. Se la pratica sessuale include la penetrazione devi anche usare un preservativo per evitare la trasmissione di alcune malattie a trasmissione sessuale (MST).

CANDIDOSI
La candida costituisce un problema molto comune tra tutte le donne con l'HIV. E' causata da un fungo (Candida Abicans) che abita senza pericolo nella vagina, ma che diventa un problema quando comincia la sua crescita. I sintomi includono malessere e prurito della vagina e della vulva con presenze o meno di un liquido biancastro cremoso e acquoso. La candida può diventare più grave se è stimolata dalla penetrazione, dall'uso di tamponi o antibiotici, gravidanza, diabete e in alcune donne, dalla pillola. Questa infezione può essere dolorosa, di difficile trattamento e ricorrente. Più di un terzo delle donne sieropositive sviluppano la candida in forma cronica. Può anche infettare l'ano, la bocca e l'esofago. Alcuni terapeuti naturopati ritengono che il controllo della candida vaginale può aiutare a prevenire la candida orale.
TERAPIE CONVENZIONALI
I farmaci antifungini (nistatina, clotrimazol) si presentano in ovuli e creme. Esistono preparazioni che vanno applicate direttamente alla zona genitale (uso topico) e pillole (Flucanazol, Oraconazol). Il trattamento può richiedere una somministrazione prolungata per evitarne la ricorrenza, ma nel caso di continue recidive, è consigliabile il trattamento contemporaneo del partner. E' anche possibile che i sintomi siano dovuti a qualcosa di diverso dalla candida per cui se ritornano è meglio che ti consulti con il tuo ginecologo/a.
TERAPIE NATURALI
Utilizza un guanto, un applicatore vaginale o un tampone per inserire un pò di yogurt del tipo "bio" nella parte superiore della vagina. Lo yogurt contiene batteri chiamati Lactobacillus Acidophilus che sono molto utili. Mangia questo tipo di yogurt in abbondanza, puoi comprare l'Acidophilus in farmacia.
– Metti un pugno di sale nella vasca, ma non utilizzare oli o altri additivi. Evita l'uso di sapone nella vulva, sostituendolo con una crema acquosa prima e dopo il bagno. Asciuga bene la zona senza strofinare.
– La polpa di Aloe Vera (con purezza tra il 95 e 100%) è utilizzata in misura preventiva e di cura della candida vaginale.
Prevenzione
Mescolare due cucchiai di polpa di Aloe Vera con due tazze di acqua minerale in ebollizione e fare un bidè ogni quindici giorni o i giorni prima delle mestruazioni.
Cura
Utilizzare la stessa miscela (metà per giorno e metà per la notte) per il bidè. Si può anche bagnare con la polpa una garza sterile e lasciarla sulla vagina tutta la notte.
– Utilizza assorbenti al posto dei tamponi. Questo evita che la vagina si secchi e permette la salita del flusso facilitando il ritorno alla normalità della vagina.
– Alcune donne hanno trovato grande sollievo in una
dieta antifungica; diminuzione del consumo di qualsiasi tipo di zucchero e insaccati. Inoltre devi sostituire la perdita di calorie con altri carboidrati complessi (riso, pasta, patate e altri vegetali) affinché tu non perda peso. Molte persone hanno difficoltà a seguire una dieta e possono sentirsi peggio; fai quello che ti è più pratico.
– Usa biancheria di cotone e non di nylon.
Sesso e Candida – Usa preservativi in caso di rapporti vaginali o anali. Verifica che il trattamento antifungino che stai seguendo sia compatibile all'uso dei preservativi di lattice.
– Se usi il diaframma, sterilizzalo, perché la candida può abitare nel diaframma. Il diaframma deve essere accompagnato dal preservativo, perché il diaframma non protegge dalle malattie a trasmissione sessuale.
– Può essere che anche il tuo partner abbia bisogno di una cura contro la candida per evitare la reinfezione; la candida può infettare tanto il pene che
la vagina.
– Se hai rapporti sessuali con una donna puoi trasmetterle la candida strofinando sesso contro sesso o condividendo giocattoli sessuali.
Gli spermicidi disciolti in lubrificante possono essere causa di irritazione genitale e di conseguenza, della comparsa della candida. Usa sempre un lubrificante a base di acqua perché non contiene prodotti chimici.

HERPES L'MPI è un'infiammazione della zona pelvica, causata principalmente da infezioni a trasmissione sessuale non curate come la gonorrea o la clamidia. Puoi avere l'MPI senza saperlo, ma in genere appaiono sintomi quali il dolore al basso ventre e alla zona lombare, intenso dolore pelvico, dolore durante la penetrazione, temperatura alta e senso di fatica. L'MPI può risultare più frequente nelle donne con l'HIV. E' difficile raggiungere una diagnosi definitiva, perciò sarà necessario fare una laparoscopia. Il medio inserisce un tubo flessibile con una lente ad una estremità attraverso l'addome per visualizzare l'utero e le tube. Questo procedimento richiede un'anestesia totale e perciò non viene fatta di routine. Se temi di avere una MPI, o hai alcuni di questi sintomi, parlane con il tuo ginecologo/a. Una MPI non curata provoca dolore intenso, emorragie durante le mestruazioni, mestruazioni dolorose e infertilità. L'infezione acuta può provocare setticemia e, in alcuni casi, la morte.
TERAPIE CONVENZIONALIGli integratori di vitamine e minerali, ti possono essere utili se ritieni che non sia sufficiente la quantità di sostanze nutrienti. Molte donne soffrono di stanchezza e senso di fatica dovute a carenza di ferro. Ricorda che sono considerate importanti per il rafforzamento del sistema immunitario le vitamine A, C, E e i minerali zinco selenio, magnesi e calcio.
E' necessario un trattamento immediato con antibiotici per ridurre, per quello che è possibile, la lesione alle tube di Falloppio che potrebbe causare l'infertilità. E' anche probabile il ricovero in ospedale per un trattamento di antibiotici per via endovenosa. E' essenziale rimanere a letto.
TERAPIE NATURALI                                                                                                                 Si è dimostrato che l'agopuntura e la moxibustione sono di grande aiuto per le donne con MPI cronico. La moxibustione consiste nella combustione di coni di erba secca sopra i punti di agopuntura finché il paziente sente caldo. Entrambe sono tecniche usate nella Medicina Cinese.

Sesso e MPI
La penetrazione vaginale diventa dolorosa se la zona pelvica è infiammata, inoltre può complicare ancora di più la situazione. E' meglio evitare la penetrazione (pene, dita o giocattoli sessuali). Se hai uno IUD (dispositivo intrauterino), dovresti toglierlo perchè aumenta il rischio di reinfezione. Alcuni medici consigliano alle donne sieropositive di non usare IUD per l'alto rischio di MPI che comporta il suo uso e anche perché non protegge contro l'HIV e le altre MST!

VERRUCHE GENITALI
Le verruche nei genitali o nell'ano sono dovute a diversi tipi di virus di papiloma umano (HPV). Possono essere piatte o assomigliare a piccoli cavolfiori grigi o bianchi, in gruppi o isolate. Possono dare prurito e fare male se si infettano o sanguinano, o addirittura puoi anche non accorgerti di averle. Una citologia può accertare se hai contratto il virus anche se non ci sono le verruche. Le donne sieropositive sono le più predisposte ad avere verruche e l'infezione può essere più grave (verruche più grandi e visibili). Se in passato hai già avuto le verruche, un sistema immunitario depresso può permettere che il virus si risvegli e rimanga attivo per più tempo. E' importante consultare il tuo ginecologo/a perché alcuni tipi di verruche hanno a che vedere con lo sviluppo del cancro alla cervice (collo dell'utero) o della zona genitale. La progressione di infezione virale da HPV al cancro (vedere capitolo su precancro e cancro cervicale) può essere più rapida nelle donne sieropositive, perciò è molto importante eseguire la citologia ogni 3 o 6 mesi.
TERAPIE CONVENZIONALI
In genere le verruche si curano riempiendole di un liquido che si chiama prodofilina, anche se non sempre da risultati positivi. Il congelamento o la chirurgia possono essere necessari quando si tratta di verruche grandi o per quelle situate nella parte alta della vagina o nel collo dell'utero.
TERAPIE NATURALI
Sono consigliate applicazioni locali di aglio, melaleuca, calendula, pau d'arco e aloe vera che hanno proprietà antivirali e antibatteriche. Nella dieta è importante la riduzione di zuccheri e il consumo di grandi quantità di frutta e verdura, per assicurare un buon apporto di vitamine, in special modo la vitamina A, B, E e di antiossidanti quali in particolare il Coenzima Q10.
Sesso e verruche genitali
– L'HPV si trasmette durante la penetrazione vaginale e anale non protetto. Fai sempre uso di preservativi o metodi di barriera.
– Le verruche si possono trasmettere per contatto tra genitali, per cui devi fare attenzione che il tuo partner non entri in contatto con zone dove le verruche sono visibili, né condividere giocattoli sessuali.
– Le verruche nelle mani non sono contagiose nella zona genitale.

 
la miglior cura inizia dall'amore per noi stesse

UMORE E AUTOSTIMA
Ci sono evidenze che suggeriscono che uno stato d'animo positivo rafforza il tuo sistema immunitario, perciò dovresti fare tutto quello che ti fa sentire meglio, sia che questo significhi uscire e divertirti, sia che stare in casa tranquillamente.

SESSO
Fare l'amore può essere un fantastico modo per sentirti felice e soddisfatta. A volte è difficile sentirsi a proprio agio di fronte al sesso quando sei sieropositiva. E' probabile che tu debba solo tranquillizzarti rispetto alla trasmissione dell'HIV, o forse avere l'opportunità di confrontarti con qualcuno. Esistono gruppi di auto-aiuto dove puoi farlo.
RIPOSO

Cerca di riposarti quando lo ritieni conveniente, e di ridurre i livelli di stress nella tua vita. Può essere che hai bisogno di imparare a rilassarti e in questo può esserti utile avvicinarti a un corso di yoga, meditazione o tecniche di respirazione, anche un giorno alla settimana possono portarti gran giovamento. Quando ti è possibile concediti delle piccolo vacanze.
ESERCIZIO FISICO

Cerca di mantenerti in buona forma fisica, l'esercizio migliora lo stato d'animo e equilibra l'energia. Se ti senti debole, cerca perlomeno di fare piccole passeggiate.


INTEGRATORI

Gran parte della popolazione è stata in contatto con il virus dell'Herpes semplice (VHS), che provoca la comparsa di ferite intorno alla bocca. L'Herpes semplice è anche la causa dell'Herpes genitale, che può apparire in forma di vescica dolorosa (unica o a grappolo) nei genitali (interni o esterni), attorno all'ano o ai capezzoli. Ci sono due tipi di Herpes semplice: il primo, più lieve, si manifesta in forma di ferita, il secondo, più grave, si localizza soprattutto nei genitali. Ambedue i tipi si trasmettono attraverso il contatto diretto con una delle sue ferite. Le donne sieropositive soffrono spesso di ripetuti episodi dolorosi di Herpes, a volte associati a febbre, dolori gangliari e stanchezza. La ricorrenza dell'Herpes può essere causata dallo sfregamento (per esempio durante il rapporto sessuale), la luce ultravioletta diretta (per esposizione al sole o a lampade solari), le mestruazioni o stress e depressione del sistema immunitario. Un episodio di ricorrenza solitamente dura dieci giorni.
TERAPIE CONVENZIONALI *(nota1)
Il farmaco antivirale Acyclovir (Zovirax) riduce l'episodio di prima infezione (l'infezione iniziale).
TERAPIE NATURALI
– Violetta di genziana, iodio, acqua di hammamelis e unguenti anestetici possono servire a ridurre il dolore. – Alcune persone considerano utile l'olio di vitamina E, così come i rimedi omeopatici. La crema di olio di thè è molto raccomandata e anche l'applicazione di Aloe Vera. – Un'altra strategia è aumentare il consumo di cibi ricchi di lisina (un aminoacido) in quanto sembra fermare la replicazione del virus dell'Herpes semplice. Tra i cibi ricchi di lisina ci sono pollo, pesce, carne di vitello, formaggio, lievito di birra, fagioli e la gran parte di frutta e verdura. Da evitare invece i cibi ricchi di arginina (altro aminoacido) perché favoriscono l'accrescimento di questo virus, che includono cioccolata, noci, avena, germogli di soia e germe di grano. – Può risultare rilassante porre una borsa piccola di thé (bagnata e fresca) sopra le ferite.

Sesso e Herpes
-Evita la penetrazione durante un episodio di Herpes genitale perché si può contagiare facilmente. Se decidi di farlo, utilizza come sempre il preservativo.
– Se nella coppia uno dei due ha una ferita da Herpes, evitare il sesso orale, perché il contagio può avvenire dalla bocca ai genitali e viceversa.Se decidi di farlo, puoi utilizzare un preservativo o coprire la vagina e la zona genitale creando così una barriera (ad esempio del comune domopak per avvolgere gli alimenti).
– Evita di toccare le ferite prodotte dall'Herpes del tuo partner e poi toccare i tuoi genitali o viceversa.
– Evita i baci se hai ferite intorno alla bocca

MIP (Malattia Infiammatoria della zona Pelvica)

*1)fino ad oggi non è mai stato inventato un farmaco antivirale, che uccide i virus. tutti i farmaci esistenti, denominati antivirali, agiscono in svariate maniere, ma mai nessuno annienta i virus

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Un articolo di Jacopo fo

LA GRANDE TRUFFA DELL'AIDS STA PER SCOPPIARE?
di Jacopo Fo

Quel che ho deciso di raccontarvi è scandaloso e incredibile. Ma dopo 25 anni la storia sta dando ragione a chi ha dubitato delle verità ufficiali. Vi ricordate il manifesto della Benetton che visualizzava con tante faccine l'espandersi per via sessuale dell'Aids? Vi ricordate gli spot televisivi con le persone contagiate rappresentate con l'alone blu che si diffondeva dall'uno all'altro? Ci dicevano molto chiaramente che se gli umani non avessero usato il preservativo si sarebbero ammalati. Il tutto era condito con grafici che mostravano le previsioni catastrofiche dell'espandersi del contagio. La chiamavano la Peste del 2000. Ora è un fatto che i costumi sessuali non siano cambiati di molto e il consumo di preservativi sia aumentato in modo minimo. E, ci dicevano, che se non fossero cambiati radicalmente i costumi sessuali sarebbe stata una catastrofe. Ma tutte le previsioni sull'espandersi del contagio sono state negate dai fatti. Se quelle previsioni fossero state esatte oggi dovremmo avere nel mondo parecchie centinaia di milioni di malati. Invece ce ne sono meno di 40 milioni. Come è potuto succedere? Perché i contagiati sono così (relativamente) pochi? Se poi andiamo a vedere i dati ufficiali sull'epidemia scopriamo qualche cosa di pazzesco: la maggioranza dei contagiati sono in Africa, NON hanno mai fatto il test per l'Hiv. La loro sieropositività e il loro essere ammalati di Aids è ricavata in modo induttivo, è una stima teorica NON una realtà dimostrata su test reali. Quando ad esempio la Francia mandò in Africa una missione, con l'incarico di sottoporre al test dell'Hiv (il retrovirus che diffonde il morbo) il numero dei sieropositivi si dimostrò irrisorio (vedi i documenti ufficiali pubblicati su "AIDS la grande truffa", Luigi De Marchi e Fabio Franchi, 1996, Edizioni SEAM,). Ma come è possibile? Un'ipotesi ci sarebbe… Di fronte ai primi casi di Aids, il governo Usa finanziò una ricerca sul morbo e si decise che uno dei tre scienziati incaricati di dirigere il lavoro dovesse essere Duesberg che era un'autorità indiscussa nel settore dei retrovirus. Duesberg dopo lunghe ricerche si trovò ad andare contro la tesi (che divenne subito ufficiale) della diffusione retrovirale dell'Aids. Attenzione: Duesberg non negava l'esistenza dell'Aids. Sosteneva però che non fosse dovuta a un contagio portato dal retrovirus Hiv ma che l'Aids fosse, come dice la parola, una Sindrome di Immuno Deficienza Acquisita. Duesberg negò che vi fosse un retrovirus all'origine di questa malattia e sostenne invece che le cause erano un collasso del sistema immunitario dovuto a denutrizione e sporcizia in Africa e droga, costumi sessuali abnormi (con decine di amanti alla settimana), trasfusioni di sangue, consumo di droghe (in particolare cocaina, eroina in vena e popper) nei paesi industrializzati. L'idea era che il sistema immunitario sottoposto a superlavoro potesse collassare e essere incapace di far fronte alle infezioni. Quindi si moriva veramente di Aids ma la causa non era un retrovirus ma un crollo delle capacità di difesa dell'organismo. Duesberg, come tutti i ricercatori che sposarono la sua tesi, fu estromesso da qualunque programma di ricerca e le sue tesi furono censurate nonostante fossero più di 400 gli scienziati firmatari di un documento che contestava la teoria dell'Hiv-retrovirus-contagio per via sessuale (o attraverso il sangue). Comincia così una storia incredibile che abbiamo via via raccontato in questi dieci anni anche su Cacao. I punti essenziali che ci fanno sospettare che la storia del retrovirus sia una bufala sono: 1) Nei casi nei quali si è realmente analizzato il comportamento dei malati di Aids (come negli Usa) si è scoperto che appartenevano alla categoria di persone che avevano comportamenti in grado di far collassare il sistema immunitario, senza che fosse necessario l'intervento del retrovirus Hiv: tossicomani (cocaina, eroina e popper), iper promiscui (decine di diversi amanti a settimana. Anche contemporaneamente con rapporti prevalentemente anali e contatto tra lacerazioni e feci), politrasfusi e persone che vivevano nella miseria e nella sporcizia più nera (sottoalimentazione e mancanza totale di igiene). Agli inizi degli anni '90, Luca Rossi andò in Usa per conto di Panorama e visitò il centro di statistica governativo scoprendo tre cose molto interessanti. –Era il primo giornalista a rivolgersi alla fonte per avere i dati invece di affidarsi ai comunicati stampa (i responsabili del centro statistiche lo accolsero con stupore…). — I dati pubblicati sui giornali erano falsi. — In particolare saltava all'occhio che i malati che non appartenevano a gruppi con comportamenti a rischio erano meno di mille a distanza di quasi 15 anni dall'inizio dell'epidemia. Un numero irrisorio spiegabile con il fatto che anche una esposizione intensa ad agenti inquinanti può provocare un crollo del sistema immunitario. Ma soprattutto un numero talmente piccolo che negava con evidenza la teoria sulla trasmissione sessuale dell'Aids in persone che avevano una vita sessuale promiscua ma non parossistica. Questa inchiesta di Luca Rossi non fu mai pubblicata da Panorama e Luca non trovò più lavoro come giornalista (tra l'altro era l'autore di un best seller su Falcone e Borsellino, più di 200 mila copie vendute, questo per dire che era un valente giornalista). Luca Rossi ha dovuto cambiare mestiere, oggi fa (con grande successo) lo sceneggiatore (la sua inchiesta l'ha pubblicata in un libro: "Sex virus", Feltrinelli).2) Esistono persone che si sono ammalate di Aids senza essere sieropositive. 3) Esistono persone sieropositive che dopo 20 anni non hanno sviluppato ancora l'Aids né risentono di sintomi ad essa collegabili. 4) è un fatto che da 25 anni il diffondersi dell'Aids sia decisamente al di sotto di tutte le previsioni realizzate degli scienziati sulla base dell'assunto che l'Aids si diffondesse per via sessuale […] E a nulla servono le ricerche basati su test reali che ci fanno scoprire, ad esempio, che le prostitute di alcune città africane sottoposte al test dell'Hiv sono risultate sieronegative in più del 90% dei casi nonostante non facciano uso di preservativi. Così come apparre inspiegabile la bassissima diffusione dell'Hiv e dell'Aids nelle comunità lesbiche. C'è infine da aggiungere che incredibilmente (qui è tutto incredibile) neanche su che cosa sia un sieropositivo si è riusciti a mettersi d'accordo. Dopo 20 anni i test sulla sieropositività sono ancora molto discussi dagli stessi medici che sostengono la teoria ufficiale. In 25 anni i principali stati occidentali non sono neanche riusciti a mettersi d'accordo sugli indicatori di sieropositività: cioè puoi essere sano in Francia e sieropositivo in Italia. Inoltre il test in molti stati va ripetuto numerose volte perché la percentuale di falsi positivi è altissima. Dulcis in fundo Duesberg sostiene che una delle cause di morte per Aids sarebbe l'utilizzo di un farmaco carissimo e messo fuori legge negli anni '60 perché micidiale: l'Azt 20. E in effetti ormai da tempo questo farmaco non viene utilizzato dalla comunità gay Usa nella quale si sono diffuse cure che si concentrano sull'appoggio al sistema immunitario piuttosto che nello sterminio dei retrovirus. E c'è infine da dire che l'esistenza stessa dell'Hiv non è una realtà conclamata: nessuno l'ha mai "fotografato". La sua esistenza è stata provata per via induttiva, indirettamente. In questa storia dell'Aids c'è un altro capitolo misterioso. Da anni è in corso una campagna durissima e infamante contro il governo del Sud Africa e il suo presidente Mbeki colpevoli di credere alla teoria di Duesberg e di rifiutare l'uso dell'Azt e delle terapie retrovirali e di impegnarsi invece sul fronte della lotta alla fame, alla sporcizia e all'inquinamento (che è gravissimo anche in alcune zone del Sud Africa). Questa campagna è culminata con una causa per strage contro il governo del Sud Africa sostenuta da grandissimi avvocati e dai soldi delle case farmaceutiche. La censura contro le tesi di Mbeki è stata tale che la stampa censurò il discorso di Nelson Mandela al convegno mondiale sull'Aids di Joannesburg. I giornali scrissero che Mandela aveva criticato Mbeki mentre era vero esattamente il contrario. L'intervento di Mandela, non era neppure disponibile negli atti del convegno pubblicati su internet. Fonte: www.jacopofo.com  Continue reading

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Una linguaccia vi seppellirà

 

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